Stelio Fenzo, celebre autore di fumetti, collabora da diversi anni alla nostra rivista. Recentemente ha pubblicato una sua particolare versione del Cyrano de Bergerac.
Per l’occasione gli abbiamo chiesto di fare una presentazione al nostro pubblico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La locandina dell’incontro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Stelio Fenzo

 

Una vita per il fumetto

 

Cyrano de Bergerac,
il celebre personaggio di Edmond Rostand

 

Mercoledì 2 aprile 2014 alle ore 16,30 in Aula Magna Audiovisivi della scuola media Giulio Cesare ho ricevuto un emozionante omaggio. Presentato dal sempre presente prof. Gabriele Stoppani davanti a un incuriosito pubblico ho raccontato l’avventura della mia vita di autore di fumetti. Ho avuto la fortuna che un mio amico, il prof. Michele Zaggia, riprendesse con una piccola videocamera la vicenda.
L’introduzione del prof. Stoppani è consistita nell’illustrare attraverso il tempo i passi del mio lavoro a cominciare dal 1950 quando, vestito da boy-scout, per risparmiare in quanto in quell’anno a Roma c’era un jamboree o raduno nazionale, mi recai in Via della Conciliazione n° 1 alla redazione de Il Vittorioso, settimanale per ragazzi assai famoso in quegli anni. Con me avevo una cartella di miei disegni per presentarli al direttore. Dentro la redazione trovai alcuni dei disegnatori del settimanale che per me apparivano come dei semidei e che guardarono quasi con sufficienza e velocemente le tavole di questo ragazzo di 18 anni che veniva da Venezia. Uno soltanto, Gianni De Luca, si soffermò e mi fece dei complimenti chiedendomi dove sarei andato a mangiare. Alla mia risposta che mi sarei recato nel campo-scout mi invitò a casa sua. Devo precisare che De Luca aveva soltanto 5 anni più di me, che già pubblicava sul settimanale da alcuni anni e non era ancora sposato, quindi a casa sua improvvisò qualcosa da mettere sotto i denti e poi nel pomeriggio mi portò da Benito Jacovitti grande umorista creatore di personaggi famosi allora e ricordati tuttora da persone di una certa età. Un paio d’ore di continue risate con questo simpaticissimo signore. Altra visita poi in casa di un disegnatore che si firmava Cesar che disegnava con la mano destra in china nera e quasi contemporaneamente, con un pennello nella sinistra, colorava la vignetta appena la china si era asciugata. Questo per dire quanto grandi erano i disegnatori del Vittorioso.
Inoltre il prof Stoppani raccontò di quando seguivo le sue lezioni su I Promessi Sposi disegnandone i personaggi.

Dalla serie: I Promessi Sposi


Ho avuto la fortuna di conoscere i due più grandi disegnatori italiani e forse mondiali: Hugo Pratt e Gianni De Luca. Dal primo imparai soltanto imitandolo senza che però mi insegnasse nulla e assimilando il suo segno tanto che parecchie volte continuavo le sue storie perché Hugo mi diceva : “Stelio vai avanti tu perché nessuno se ne accorge”. A un certo momento però volli assumere uno stile del tutto mio per differenziarmi e quindi abbandonai il suo tratto. La differenza tra Pratt e De Luca è che mentre Pratt potevo imitarlo, non avrei mai potuto imitare lo stile e la maestria di Gianni De Luca. Con lui per tanti anni mi tenni in contatto epistolare o telefonico fino a quando lo trovai collega di lavoro nel più grande settimanale per ragazzi: Il Giornalino della casa editrice San Paolo con sede in Milano che pubblica Famiglia Cristiana. Nel novembre del 2012, nella torre di Mestre, organizzai una mostra personale in suo onore.
Poi ho voluto riferire anche qualcosa riguardante la nascita del fenomeno mondiale di Corto Maltese che nacque non per merito mio, ma mio tramite e cioè raccontai che negli anni sessanta c’era un signore, Florenzo Ivaldi, che di tanto in tanto mi veniva a trovare dalla sua Genova al Lido per portarmi tutti i miei lavori di allora che venivano stampati in Francia e in Inghilterra, accuratamente rilegati e questo lo faceva perché vedeva in essi il segno di Hugo Pratt, suo mito. Nel settembre del 1967 mentre eravamo in una trattoria del Lido appunto io gli dissi che forse Pratt si trovava in Italia proprio al Lido (io e Pratt abitavamo vicini) in una pausa dai suoi viaggi intorno al mondo che era solito fare. Gli telefonai e in quella trattoria Da Ciccio ci fu il prodigioso incontro con un simpatico colloquio tra i due. Ivaldi era un grande impresario genovese e coronò il suo sogno di diventare l’editore delle opere di Pratt tra le quali soprattutto Corto Maltese.
A un certo momento una persona tra il pubblico presente mi ha chiesto notizie, con ragione, sul mio libretto Cyrano de Bergerac motivo dell’incontro. Io descrissi allora quale era il procedimento con cui si lavorava al giornale. Si presentava un progetto, se veniva accettato si mandava la sceneggiatura e qualora accettata si disegnavano le tavole, le si spediva e quindi ti venivano liquidate. Nel 1999 dentro la San Paolo si verificò uno sconvolgimento. Furono cambiati i direttori sia di Famiglia Cristiana che del Giornalino. Don Tarzia, proveniente dal periodico Jesus di indirizzo filosofico-religioso, sostituì Don Tommaso Mastrandrea storico direttore. Io inviai le tavole del Cyrano al nuovo direttore che me le rispedì. Alla mia telefonata don Tarzia si giustificò dicendo che avevano “gli armadi pieni”, testuali parole. Al che io risposi che io avevo i . . . . pieni di loro, li lasciavo e rimasi senza lavoro. Il Cyrano editato di recente dalla piccola editrice Le Volier l’ho inviato a don Tarzia ringraziandolo per il suo rifiuto di tanti anni fa che ha fatto rinascere il mio Cyrano de Bergerac ! ! !
Ho sempre amato questo personaggio famoso ovviamente in Francia e diventato famoso anche in Italia quando nel 1950 apparve il film Cyrano de Bergerac con la splendida interpretazione dell’attore portoricano José Ferrer. L’ho amato perché è una storia d’amore disperato e di cavalieri di un tempo favoloso. Dopo aver visto il film nel 1999 rilessi quella storia nell’edizione italiana tradotta da Mario Giobbe (dove le battute sono quasi sempre in rima) quindi pensai appunto di proporlo a don Tommaso Mastrandrea. Avutone il benestare mi misi al lavoro ispirandomi per la rappresentazione del volto di Cirano a quello di José Ferrer ma a memoria, mentre per i costumi mi documentai sulla riedizione del Cirano interpretata da Gerard Depardieu nel1990.

L’intervento del prof. Nicola Cisternino che ha disquisito sul termine fumetto ha chiuso felicemente l’incontro.